Una coppia stava camminando nella savana, nell’oriente dell’Africa, mentre iniziava la stagione delle piogge. Era l’epoca assai remota del Pliocene, nell’Era Terziaria, che è come dire prima del prima, e quella donna e quell’uomo, a dire il vero, assomigliavano ancora parecchio alle scimmie, sebbene camminassero eretti e non avessero la coda.
Il vulcano Sadiman stava gettando lapilli dal cratere, come sempre, e la distesa di cenere conservò quei passi, attraverso tutti i tempi perduti nel tempo.
Sotto i grigi letti di cenere vulcanica, le impronte rimasero intatte. E le impronte ci dicono, adesso, che la donna e l’uomo stavano camminando insieme, quando a un certo punto lei si fermò, tentennò, cambiò strada, fece alcuni passi per conto suo e poi tornò al cammino condiviso.
Le tracce umane più antiche hanno lasciato, quindi, il segno di un dubbio. Qualche tempo è passato. Il dubbio resta.
Eduardo Galeano
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